ANAD pubblica una lettera aperta in risposta alle errate informazioni frequentemente diffuse sulla categoria del doppiaggio, per fare chiarezza e per sottolineare come esse si riflettano negativamente sull’intero comparto dei professionisti del doppiaggio.
In questi giorni leggiamo ripetutamente su molte testate notizie che riguardano tutta la categoria del doppiaggio, non solo i nostri associati.
Notizie che abbiamo il dovere di rettificare in quanto errate e fornite per la maggior parte da individui che si auto proclamano portavoce della categoria e leader della lotta (quale?) senza averne alcuna autorità né diritto, non avendo mai ottenuto mandato dalla categoria a farlo.
Individui che nelle loro dichiarazioni lasciano sottintendere di essere gli unici a battersi per un’intera categoria che, è importante sottolineare, non è composta solo da attori e direttori ma da tutte le figure professionali del doppiaggio che hanno intrapreso un cammino comune e coeso e non hanno bisogno di paladini solitari in cerca di visibilità.
Lo sciopero indetto dai Sindacati (non da ANAD) a febbraio e durato 3 settimane verteva su due punti fondamentali: il rinnovo del CCNL del doppiaggio fermo a 15 anni fa e la necessità di regolamentare l’uso dell’IA che si sta estendendo anche al nostro settore. Sicuramente non sulla scelta di Disney o altri di usare i talent nei propri film.
La trattativa per il rinnovo del contratto non è ferma.
Da quando l’Anica ha dato disponibilità a trattare, lo sciopero è stato sospeso e sono cominciati gli incontri che non si sono mai interrotti e sono tuttora regolarmente in atto, concentrati sui i due punti di cui sopra.Per quanto riguarda L’AI siamo tra i membri fondatori di UVA (United Voice Artists) insieme a 24 associazioni di attori/doppiatori in Europa e USA, America Latina e Canada, con le quali siamo in contatto costante e stiamo collaborando per affrontare questo comune grande problema con i governi dei rispettivi paesi e con il Parlamento Europeo.
Quella che da qualcuno viene definita “casta” in discutibili articoli, è una categoria di professionisti seri che fanno questo mestiere da anni (alcuni da quando erano bambini), professionisti che sono tutti i giorni in sala a lavorare e non hanno tempo di lanciare accuse infondate e al limite del ridicolo sui social; professionisti che si adoperano per lasciare alle generazioni future un lavoro tutelato e adeguato ai tempi, e non hanno bisogno di raccomandazioni né di portavoce, perché la loro voce la sanno usare molto bene, in tutti i sensi.