Il 22 aprile 2025, come ANAD abbiamo partecipato all’incontro con la VII Commissione Cultura, Scienza e Istruzione, presieduta dall’On. Federico Mollicone, insieme ad ADID e AIDAC.
Abbiamo parlato di voce e identità.
Abbiamo portato al tavolo istituzionale le preoccupazioni di una categoria che rischia di essere sostituita da una macchina.
Una categoria che non chiede privilegi, ma rispetto.
Tra i temi affrontati, la Risoluzione 7-00290, che propone un principio semplice ma fondamentale:
nessun contenuto (voce, immagine, interpretazione) dovrebbe essere utilizzato per addestrare un’IA senza il consenso esplicito di chi l’ha creato.
Una proposta che, tuttavia, si scontra con alcune eccezioni previste dal diritto europeo, specialmente per la ricerca scientifica.
Così, il rischio è doppio: da una parte non proteggere davvero il nostro mestiere, dall’altra frenare l’innovazione.
Cosa rischiamo oggi
Le tecnologie di IA, se non regolamentate, mettono in pericolo:
- Il lavoro dei professionisti: si rischia la sostituzione del mestiere umano.
- La qualità artistica: perdiamo l’unicità interpretativa, la voce vera
- La fiducia del pubblico: contenuti artificiali spacciati per autentici sono una frode.
- L’identità degli artisti: l’IA può clonare voci, e la voce è un dato biometrico. Usarla senza permesso è un furto d’identità.
Le nostre richieste
In base a queste criticità, abbiamo individuato – con il supporto dei nostri legali – tre soluzioni concrete che abbiamo fortemente richiesto:
- Consenso esplicito per l’uso della voce: Nessuno deve poter utilizzare l’identità vocale di un artista senza un sì chiaro, informato e scritto.
- Sanzioni contro la frode artistica: Chi usa l’AI nel doppiaggio senza dichiararlo inganna. Serve trasparenza, rispetto per il pubblico e per chi lavora.
- Bollino di qualità: Chiediamo che venga sempre dichiarato ( anche solo in parte ) l’uso dell’Intelligenza Artificiale in ogni opera audiovisiva.
Il pubblico ha diritto di sapere.